Crisi di governo nei Paesi Bassi: il ruolo di Re Willelm-Alexander.

Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni nel nostro Paese, una frenetica ricerca di parlamentari, “nobilitati” con i termini responsabili o costruttori, con il fine precipuo di far proseguire l’attuale esperienza di governo, ci porta a sviluppare un semplice ma netto ragionamento dal momento che da ieri non siamo l’unico Paese con una crisi di governo in atto; anche i Paesi Bassi devono affrontare la medesima situazione a causa della pubblicazione di un report che ha evidenziato irregolarità circa gli indennizzi a favore di famiglie con minori avvenute negli anni precedenti.
Due crisi di governo svilupatesi in due Paesi aventi un sistema parlamentare con la presenza ai vertici l’una, la Repubblica Italiana, di un capo di stato eletto dal parlamento, l’altra, il Regno dei Paesi Bassi, guidato da un capo di stato costituzionale ereditario; questa differenza che ai più può risultare semplice formalismo politico/istituzionale in realtà è sostanza e lo si sta vedendo chiaramente in questa contingenza.


Se nel nostro Paese il capo dello stato osserva l’evolversi della situazione con una inerzia che sembra favorire una parte, quella della maggioranza governativa, escludendo le elezioni nel mese di giugno, Sua Maestà Willem Alexander ha accettato le dimissioni del primo ministro Rutte e lo ha incaricato di accuparsi degli affari correnti in vista delle elezioni, pur in una situazione pandemica differente dalla nostra, che si terranno il 17 marzo p.v.
In conclusione ci poniamo la seguente domanda: chi tutela maggiormente la nazione e i cittadini nella sua terzietà di arbitro?

Giovani Monarchici

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